Rinunciare all’eredità in Italia e in Svizzera non è la stessa cosa, prevede termini diversi e, come spesso accade, la procedura svizzera è semplificata rispetto a quella italiana.

In Italia la rinuncia all’eredità è un atto solenne che va reso davanti ad un notaio o nella cancelleria del tribunale del luogo dove si è aperta la successione e non può essere tacita; in altri termini, è necessario rendere una chiara dichiarazione di volontà di non accettare.

Il chiamato all’eredità ha tempo 10 anni dalla morte del de cuius per formalizzare la rinuncia ed entro il medesimo periodo ha facoltà di cambiare idea e, quindi, revocare la propria decisione, sempre che i chiamati all’eredità successivi non abbiano a loro volta accettato.

In Svizzera, invece, il termine per comunicare la propria decisione di rinunciare all’eredità è di soli tre mesi dal momento in cui si è venuti a conoscenza della morte del de cuius ed è sufficiente inviare una comunicazione alla Pretura competente: una volta presa la decisione, non è più possibile tornare indietro e revocare la rinuncia.

Una cosa che accomuna la rinuncia all’eredità in Italia e in Svizzera è che chi ha rinunciato viene considerato come mai esistito ai fini ereditari e i suoi potenziali eredi diverranno i nuovi chiamati all’eredità, a meno che non sia stato previsto nel testamento un meccanismo diverso.

In caso di dubbi circa l’accettare o il rinunciare ad un’eredità, esiste sia in Italia che in Svizzera la possibilità di chiedere un beneficio d’inventario; anche in questo caso i termini sono diversi: un solo mese in Svizzera, tre mesi in Italia.

In ambito successorio il fai da te è rischioso, la perentorietà dei termini impone scelte rapide che solo un approfondimento della situazione patrimoniale del de cuius e del chiamato all’eredità possono rendere davvero oculate.

Avv. Sara Botti